- Nunc est bibendum! Era ora: ci è voluta una figura nuova, percepita ancora esterna alla politica, per formare i germi del ritorno di una destra vera in Italia. Una destra che, finalmente, parla come la destra, agisce come la destra, fa gli interessi della destra, è benvoluta in ambienti di destra. Forse è la volta buona che ci sbarazziamo di una finta destra populista e qualunquista, che ha paralizzato economia e politica in un Paese ormai in declino. - Mi sembra di capire che voterai per la nuova lista Monti.
Disprezzo Saviano, ma non è stato sempre così. Ricordo che un tempo mi era persino simpatico, quando non imperversava sui giornali, in TV, al cinema, su internet, quando La Repubblica non iniziava suoi pezzi con la parola SAVIANO nel titolo, quando Fabio Fazio faceva brutti programmi da solo, quando il laureati in filosofia morivano di fame o facevano carriera nel Pci e suoi derivati, quando la camorra era perfettamente nota a tutti ma non si diceva che era nota per merito di Saviano.
Insomma, quando non avevo ancora idea che esistesse Saviano.
"Vorrei che qualcuno tra voi progressisti con vocazione esterofila mi dica finalmente, tra una foto e l'altra di Obama su Facebook, perché sia di vitale importanza l'eventuale rielezione di un presidente che, nell'ultimo mandato, ha stanziato pochi dollari per aiutare i cittadini in difficoltà rispetto alla montagna per salvare le banche di affari che avevano causato la crisi e che ora, povero stupido, stanno pascendo speculando sulla debolezza dell'euro, quindi in definitiva sulle tue tasche, un presidente che non ha portato passi avanti in medio oriente, che non è stato in grado di chiudere l'orrore civile e giuridico di Guantanamo, che sta valutando la possibilità di invadere l'Iran con una nuova deleteria azione militare, un presidente che può vantare come unico obiettivo raggiunto una epocale riforma sanitaria che, nella migliore delle ipotesi, porterà ad avere qualche milione di assicurato in più".
Il triste balletto delle cifre sulla mortalità a Taranto ha riportanto all'attenzione dei media il grosso problema della Puglia: la città di Taranto. Ma in questa sede vorrei fare qualche considerazione sull'Ilva e sulle proteste di carattere ambientalista in genere. Premetto una cosa ovvia, ma di questi tempi non si sa mai: tutti dovrebbero respirare aria buona, tutti hanno il diritto di protestare se ciò non avviene, tutti hanno il diritto e dovere di preoccuparsi per ciò che respirano i propri figli. Non è questo che si vuole mettere in discussione, ma la consapevolezza e le modalità delle proteste.
- Salve. Sono lo stereotipo di un ambientalista. - Grande. Immagino che resterai qui. - Ovvio. Se fosse per gente come te i miei figli morirebbero avvelenati. Ma lo sai cosa respirano i miei figli? - Occristo.
Un articolo di Tana de Zulueta sul fatto mi ha suscitato degli interrogativi. Ma è vero quel cazzo di nome? Incuriosito ho letto anche l'articolo, in cui l'autice dice tra l'altro che L’Ilva di Taranto è un enorme museo vivente, un vero e proprio reperto
di archeologia industriale: uno degli ultimi impianti non solo in
Europa, ma anche nel mondo ad utilizzare il vecchio procedimento di
cokeraggio ed altoforno, con tutto il suo corollario di inquinamento. poi giù a spiegare i rischi insiti nelle cokerie.
Peccato che l'altoforno e il coke siano indispensabile per ridurre gli ossidi di ferro, se si vuole ricavare acciaio dal minerale.
- Salve. Sono lo stereotipo di un ambientalista.
- Lo so.
- Esistono anche i forni ad arco, eh, che ne puoi sapere tu?
- Mah, all'Università e poi sul lavoro ho...
- Stronzate, ti hanno fatto il lavaggio del cervello, ti dico io come stanno le cose.
- Ma non eri fuoricorso a Giurisprudenza?
- Cazzo c'entra?
Probabilmente la Tana del copincolla si riferiva ai forni ad arco elettrico, che non utilizzano carbone. Ottimi se vuoi ricavare acciaio dai rottami e non dai minerali. Il che suscita una grande perplessità sulle discussioni che hanno comme oggetto problemi di ordine ambientale: il rischio di mancanza di cultura scientifica. Ok lamentarsi, Ok fare pipponi, ma perché dovrei lasciare che abbia influenza sulle decisioni energetiche e industriali chi non sa (e non se ne sbatte neanche) cosa succede quando chiude l'interruttore della luce?
Per esempio, torniamo un attimo sul forno ad arco. L'energia rilasciata dalla combustione del coke sarebbe ora sostituita da energia elettrica che va ad elettrodi di grafite.
- Salve. Sono lo stereotipo di un ambientalista. - Porca troia. - Ma lo sai che è meglio utilizzare energia elettrica che bruciare carbone? - Ok. Ma l'energia elettrica da dove viene? - Come da dove viene. Dall'Enel. - Occazzo. Ma lo sai cosa si brucia nelle centrali termoelettriche pugliesi? Carbone. -... - Perché non vai a protestare alle centrali di Brindisi o Modugno? - Oggi protesto per l'acciaio.
Sogno un mondo in cui tutti abbiano chiaro in mente il II principio della termodinamica, che si può enunciare in diversi modi, ma il cui succo è che non è possibile trasformare in energia di qualità superiore tutta l'energia a disposizione: è inevitabile sporcarsi le mani di merda. E se pensi di aver vinto la lotteria di Spagna, sei un perfetto coglione.
Quindi, cari ambientalisti che vi lamentate dai vostri iPhone e iPad, non rompete troppo le scatole, se non siete pronti a tornare a lamentarvi con la clava.
Nel frattempo il mio pensiero va ai virili e indefessi lavoratori tarantini:
A Taranto non ci sono solo le decine di migliaia di potenziali disoccupati, senza contare le decine di migliaia di potenziali disoccupati dell'indotto. Esiste anche un 'comitato cittadini e lavoratori liberi
pensanti' che ha come portavoce Cataldo Ranieri, operaio
dell'Ilva. Ranieri, nel suo comizio, ha espresso apprezzamento nei confronti del Gip Todisco, interrotto da scroscianti applausi.
"Abbiamo
il dovere di salvare la città e i nostri figli perchè noi siamo dei
condannati a morte", ha proclamato Ranieri, operaio stipendiato dall'Ilva.
"Mentre fino a qualche mese fa si invitava la
magistratura a fare il proprio dovere sull'inquinamento provocato
dall'Ilva, ora ci sono attacchi anche politici a un giudice che ha fatto
solo il suo dovere", ha proclamato Ranieri, operaio stipendiato dall'Ilva.
"La gente sa che la
classe politica che finora ci ha rappresentato qui a Taranto ci ha
tradito e non è mai intervenuta per fermare l'Ilva che avvelena la
città", ha proclamato Ranieri, operaio stipendiato dall'Ilva.
"Vengono per tutelare gli interessi dell'Ilva: noi tre ministri li
avremmo voluti qui a Taranto per i bambini del rione Tamburi intubati in
ospedale perchè ammalati di tumore", ha proclamato Ranieri, operaio stipendiato dall'Ilva.
"Non dobbiamo
barattare un posto di lavoro con la salute dei nostri figli", ha invitato Ranieri, operaio stipendiato dall'Ilva.
Ore 8:00. Ora di punta, traffico insopportabile e lento. Come se non bastasse, delle figure ferme accanto al semaforo in fondo alla strada. Appena scatta il rosso si muovono, in modo insolitamente indolente. Man mano che le figure si avvicinano aumenta la mia curiosità. Non mi accorgo che alla radio c'è Laura Pausini, per dire. I due sono quasi all'altezza della mia macchina ora. Finalmente capisco cosa mi incuriosisce di loro: l'aspetto. Non i soliti straccioni, niente sandali e puzza. Solo la forte, inconfutabile sensazione che emanano: arroganza. Trasudano spocchia da ogni poro.
- Damedos euros. -, esclama il primo, bussando al finestrino. Non finge di volermi offrire un servizio, non brandisce detergente e spazzole.
- Damedos euros, ahora - gli fa eco la sua compagna, mentre mi guarda con aria di superiorità dall'altro finestrino.
Dopo lo sconcerto iniziale riprendo il mio sangue freddo e faccio quello che faccio di solito: porto la mano agli spiccioli sul cruscotto. Li metto velocemente in tasca, mentre con l'altra mano faccio scattare la chiusura centralizzata. Poi scuoto la testa con aria dispiaciuta, come a dire "Non ho contanti, mi spiace".
- Gilipollas! - Scandisce lentamente l'uomo. Neanche la gentilezza di offendermi nella mia lingua. - Somosmás ricosde lo quelos italianos! -, gli fa eco lei, con aria di disprezzo, mentre agita davanti ai miei occhi il bottino - cospicuo - della giornata.
Finalmente verde. Riparto, sollevato. Accelero, e il rumore della mia auto copre solo parzialmente il loro grido di commiato: - Mendigo de mierda!