Una bella giornata al mare
Il triste balletto delle cifre sulla mortalità a Taranto ha riportanto all'attenzione dei media il grosso problema della Puglia: la città di Taranto. Ma in questa sede vorrei fare qualche considerazione sull'Ilva e sulle proteste di carattere ambientalista in genere. Premetto una cosa ovvia, ma di questi tempi non si sa mai: tutti dovrebbero respirare aria buona, tutti hanno il diritto di protestare se ciò non avviene, tutti hanno il diritto e dovere di preoccuparsi per ciò che respirano i propri figli. Non è questo che si vuole mettere in discussione, ma la consapevolezza e le modalità delle proteste.
- Salve. Sono lo stereotipo di un ambientalista.
- Grande. Immagino che resterai qui.
- Ovvio. Se fosse per gente come te i miei figli morirebbero avvelenati. Ma lo sai cosa respirano i miei figli?
- Occristo.
Un articolo di Tana de Zulueta sul fatto mi ha suscitato degli interrogativi. Ma è vero quel cazzo di nome? Incuriosito ho letto anche l'articolo, in cui l'autice dice tra l'altro che L’Ilva di Taranto è un enorme museo vivente, un vero e proprio reperto
di archeologia industriale: uno degli ultimi impianti non solo in
Europa, ma anche nel mondo ad utilizzare il vecchio procedimento di
cokeraggio ed altoforno, con tutto il suo corollario di inquinamento. poi giù a spiegare i rischi insiti nelle cokerie.
Peccato che l'altoforno e il coke siano indispensabile per ridurre gli ossidi di ferro, se si vuole ricavare acciaio dal minerale.
- Salve. Sono lo stereotipo di un ambientalista.- Lo so.- Esistono anche i forni ad arco, eh, che ne puoi sapere tu?- Mah, all'Università e poi sul lavoro ho...- Stronzate, ti hanno fatto il lavaggio del cervello, ti dico io come stanno le cose.- Ma non eri fuoricorso a Giurisprudenza?- Cazzo c'entra?
Probabilmente la Tana del copincolla si riferiva ai forni ad arco elettrico, che non utilizzano carbone. Ottimi se vuoi ricavare acciaio dai rottami e non dai minerali. Il che suscita una grande perplessità sulle discussioni che hanno comme oggetto problemi di ordine ambientale: il rischio di mancanza di cultura scientifica. Ok lamentarsi, Ok fare pipponi, ma perché dovrei lasciare che abbia influenza sulle decisioni energetiche e industriali chi non sa (e non se ne sbatte neanche) cosa succede quando chiude l'interruttore della luce?
Per esempio, torniamo un attimo sul forno ad arco. L'energia rilasciata dalla combustione del coke sarebbe ora sostituita da energia elettrica che va ad elettrodi di grafite.
- Salve. Sono lo stereotipo di un ambientalista.
- Porca troia.
- Ma lo sai che è meglio utilizzare energia elettrica che bruciare carbone?
- Ok. Ma l'energia elettrica da dove viene?
- Come da dove viene. Dall'Enel.
- Occazzo. Ma lo sai cosa si brucia nelle centrali termoelettriche pugliesi? Carbone.
-...
- Perché non vai a protestare alle centrali di Brindisi o Modugno?
- Oggi protesto per l'acciaio.
Sogno un mondo in cui tutti abbiano chiaro in mente il II principio della termodinamica, che si può enunciare in diversi modi, ma il cui succo è che non è possibile trasformare in energia di qualità superiore tutta l'energia a disposizione: è inevitabile sporcarsi le mani di merda. E se pensi di aver vinto la lotteria di Spagna, sei un perfetto coglione.
Quindi, cari ambientalisti che vi lamentate dai vostri iPhone e iPad, non rompete troppo le scatole, se non siete pronti a tornare a lamentarvi con la clava.
Nel frattempo il mio pensiero va ai virili e indefessi lavoratori tarantini:
Nel frattempo il mio pensiero va ai virili e indefessi lavoratori tarantini:
"We work hard, we play hard"